Sulle colline tra Romagna e Toscana a San Benedetto in Alpe, nel Parco delle Foreste Casentinesi, l'Albergo Ristorante Acquacheta vanta una tradizione ultra centenaria essendo stato il primo, e per molti anni unico, locale turistico del paese quando nel lontano 1822 venne aperto come stazione di posta per consentire ai viandanti che transitavano di riposare e cambiare quello che allora era il mezzo di trasporto più comune: il cavallo.
Nel corso degli anni molte ristrutturazioni hanno cambiato l'aspetto del locale fino a quello attuale di RISTORANTE ALBERGO BAR mantenendo e migliorando nel tempo la caratteristica che ci ha sempre contraddistinti: la qualità del cibo della nostra cucina.
Chi siamo
Ristorante
Il ristorante propone piatti a base di Funghi Porcini e Tartufo che con il loro aroma arricchiscono gli antipasti e i primi (la pasta è rigorosamente fatta in casa e tirata con il matterello) oltre a guarnire le prelibate ricette con carne di cinghiale, capretto e manzo (fiorentina, tagliata, costata). Lo chef e titolare Carmine ha vinto per 1 volta la "Sagra delle Sfogline" a Massa Lombarda e per ben 2 volte il "Matterello d'oro", cenacolo di tradizioni gastronomiche bolognesi, premi che hanno come scopo la salvaguardia della "sfoglia" una delle immagini più genuine ed antiche della cucina dell' Emilia-Romagna.
Albergo
Il nostro Hotel a 3 stelle è inserito in posizione strategica nella zona centrale di San Benedetto In Alpe.
Disponiamo di camere singole, doppie e triple tutte dotate di tv, bagno e un piccolo frigorifero, alloggiamenti e soluzioni particolari per comitive, scuole e gruppi organizzati, servizio bar e ristorante con personale in grado di soddisfare le vostre esigenze.
I NOSTRI 200 ANNI
Proprio così, "Acquacheta" a San Benedetto in Alpe, 200 anni fa osteria oggi albergo-ristorante, attività gestita ininterrottamente dalla famiglia Valtancoli. Dal 2018 alla guida dell’impresa di famiglia Nicolò Russo, figlio di Maria Valtancoli e Carmine Russo, all’insegna della continuità e vero esempio del tanto decantato passaggio generazionale.
Per queste ragioni, per la serietà , la professionalità e per il servizio che da due secoli la famiglia Valtancoli ha prestato alla comunità di San Benedetto oltre alla cinquantennale adesione a Confcommercio Imprese per l’Italia – Ascom Forlì, i vertici dell’Associazione nelle persone del Presidente, Roberto Vignatelli, del Direttore, Alberto Zattini, dell’Amministratore Delegato, Fabrizio Vimari, e del responsabile Sindacale, Gabriele Mambelli, hanno consegnato una targa commemorativa alla Famiglia Valtancoli-Russo a memoria dell’importante traguardo raggiunto. Nella stessa occasione il presidente provinciale di 50 & Più, Roberto Vignatelli, ha conferito a Maria Valtancoli e Carmine Russo l’onorificenza di Maestri del Commercio e premiati con l’Aquila d’Oro.
Dal 2023 inseriti anche dall'Unioncamere nel Registro delle Imprese Storiche Italiane.
A raccontare la storia dell'Acquacheta è un’ emozionata e orgogliosa per i riconoscimenti ricevuti è Maria Valtancoli, che insieme al marito Carmine, ha gestito il ristorante/albergo fino al 2018 per poi passare il testimone al figlio Nicolò Russo, primo titolare con un cognome diverso perchè porta quello del padre. Questa ragione ha portato nel 2018 alla decisione di aggiungere al nome "Acquacheta" anche il cognome Valtancoli affinché le origini non vadano disperse nel tempo dei tempi.
"Il locale, nonostante tutte le varie ristrutturazioni e gli ingrandimenti, è sempre quello in cui si mangiava e beveva 200 anni fa. A gestirlo prima di me sono stati mio padre, Renato Valtancoli e mia madre, Wilma Pieri, poi il nonno Emilio Valtancoli, il bisnonno Vincenzo Valtancoli, il trisavolo Pietro e il primo di tutti, Vicienzo. Secondo le voci tramandate in casa, Vicienzo faceva anche il portalettere e anche questa attività, come quella dell'osteria, si è tramandata da generazione in generazione. Il cugino di mio padre, infatti, Pierpaolo, che in settembre compie 90 anni, è stato l'ultimo portalettere della famiglia Valtancoli".
"All'inizio - spiega Maria tornando all'osteria - non c'erano le camere. C'era solo il piano terra dove i clienti si fermavano a mangiare e a bere. Era pienissimo soprattutto la domenica perché tutti quelli della zona, dopo essere stati a messa, il pomeriggio venivano a giocare a carte e a bere e restavano qui fino alla sera. Prendevano il quarto di litro o il mezzo litro di vino e un pezzetto di formaggio col pane. Allora non c'era il bicchiere di vino come oggi. Poi negli anni Cinquanta è stato rialzato di un piano e sono state realizzate 5 camere da letto. Dopo 15 anni è stato fatto un altro piano. Eravamo arrivati a 11 camere e d'estate avevamo la fila di persone che volevano venire quassù a trascorrere i giorni più caldi d'estate in un posto più fresco rispetto alla città quindi fino ai primi anni del 2000 esisteva la villeggiatura per trascorrere 15 o 20 giorni all'aria buona, fare delle camminate, mangiare bene. Poi vuoi la crisi, vuoi il condizionatore entrato in tutte le case, i nonni sono rimasti in città a tenere i nipoti mentre i genitori continuavano a lavorare anche d'estate, così è cambiato il nostro modo di fare turismo che è diventantato di vacanze brevi ma con clienti sempre più interessati alla scoperta del Nostro territorio soprattuto per la presenza Del Parco Nazionale Delle Foreste Casentinesi".